Metodi per allenarsi a Scacchi

 

Il miglioramento del proprio livello di gioco è un problema che riguarda la maggior parte dei giocatori di circolo, professionisti, e di coloro che si stanno avvicinando da poco agli scacchi.
Ci sono molti modi per farlo, cercherò di elencarne alcuni.

Aperture

-Per i principianti consiglio il seguente procedimento:
1)Cercare di assimilare bene i principi delle aperture
2)Trovare una lista delle aperture (come vedete sono tantissime) e giocarle contro un computer molto forte una per una, prima con il Bianco e poi con il Nero fino a che i pezzi non sono stati tutti sviluppati, cercando di tenere sempre a mente gli obiettivi principali; una volta finita l’apertura quindi riguardate tutto da capo e, se siete finiti in posizione inferiore -cosa che all’inizio capiterà senza dubbio- cercate di capire dove avete sbagliato, dopodiché rigiocate da capo l’apertura fino a che non riuscite a trovare un modo accettabile per uscirne; non appena siete riusciti a sopravvivere a quell’apertura contro un computer, ripetete il procedimento con un’altra apertura.
Questo porterà vari vantaggi:
a)Vi farà sondare i principali impianti possibili, in modo che poi possiate decidere per conto vostro verso quali indirizzarvi, una volta che ne avrete provata la maggior parte.
b)Incomincerete a prendere molta confidenza con i principi generali
c)Riguardando la partita per andare a vedere dove avete sbagliato imparerete molte cose che altrimenti nessuno vi avrebbe mai detto; inizierete a farvi una esperienza scacchistica che sarà solo vostra. Fra queste cose, imparerete anche nuove sfumature dei concetti che già conoscete, li capirete più a fondo, capirete quando si può muovere un pezzo due volte in apertura e quando ha senso arroccare subito e quando invece ha più senso lasciare il Re al centro, capirete che a volte i pezzi sono ben sviluppati anche nelle loro case di partenza, etc etc etc…
d)Vi renderete conto che molte aperture portano a situazioni simili, e inizierete a prendere confidenza con delle posizioni fondamentali che poi resteranno con voi per tutta la vostra vita scacchistica.

-Se invece siete un po’ più esperti e volete esplorare un’apertura suggerisco un procedimento identico a quello descritto sopra, solo che invece che prendere molteplici aperture giocherete con le molteplici varianti di una singola apertura; i benefici ovviamente saranno i medesimi…

-Ci sono aperture, come l’Inglese o la Nimzo-Indiana, dalle quali possono scaturire un’infinità di strutture pedonali differenti; in questo caso un buon approccio può essere quello di mettere un po’ da parte le varianti e concentrarsi sulle caratteristiche della struttura pedonale. Ovviamente il consiglio vale anche per aperture come la Caro-Kann dove le strutture pedonali che si possono venire a creare non sono poi tantissime…

-Sconsiglio con tutto il cuore la memorizzazione di varianti: a livelli non magistrali è un procedimento completamente inutile

-Prendete confidenza con le idee di base di una singola apertura: le case fondamentali, la struttura pedonale, i piani a disposizione per il mediogioco e, non ultimi, approfondite i temi strategici che l’apertura in questione vi pone (pedoni sospesi, pedone “d” isolato, controllo delle case di un solo colore, etc etc etc).

-Non ultimo, cercate su wikipedia le aperture; alcune sono trattate molto bene e altre molto male, ma comunque sarà un punto di partenza per lo studio…
-Cercate aperture conformi al vostro stile di gioco: se siete giocatori posizionali evitate l’Indiana di Re, se siete attaccanti lasciate perdere la Caro-Kann…

-Altro modo molto interessante per studiare una nuova apertura è quello di usare un database scacchistico: se non lo avete ancora, potete scaricare Chessbase Light e usatelo come interfaccia di gioco; poi andate a questo link e scaricate un file contenente l’apertura che, nello specifico volete studiare; a questo punto mettetevi davanti al computer e fate scorrere in maniera relativamente veloce varie partite, e man mano che le vedete chiedetevi sempre come mai stanno facendo quelle mosse, che scopo hanno; così facendo, ripetendo il processo per molte partite, vi approprierete delle idee di base di una singola apertura e nel contempo avrete in mente in maniera chiara il piano di sviluppo dei pezzi per le prime mosse…

Tattica

Questa è, semplicemente, essenziale: nessuno scacchista, indipendentemente dal livello, può prescindere dalla tattica. Se non siete particolarmente allenati, gli esercizi di tattica miglioreranno in maniera immediata la vostra forza di gioco; questo vale a maggior ragione se siete principianti. Io addirittura quando insegnavo a dei nuovi giocatori evitavo ogni riferimento alla tattica durante il primo periodo, perché se ne parlavo troppo presto la gente si esaltava per via del rapido miglioramento e distoglieva troppo l’attenzione dai temi strategici; col tempo mi sono reso conto che la mia ostilità per la tattica era un po’ eccessiva, ma devo dire che comunque quell’atteggiamento aveva un suo perché.
Ah, lo dico subito: per migliorare la visione tattica bisogna aver presente alcune cose fondamentali di cui scriverò in futuro (che sfortunatamente non ho trovato da nessuna parte ancora su internet), un minimo di preparazione sui temi più ricorrenti e poi soprattutto esercizi, tanti esercizi…

-Se siete principianti e non avete idea di cosa sia la tattica, date un’occhiata qui

-A prescindere dal vostro livello, qui troverete senza dubbio degli esercizi che vi metteranno alla prova; se anche gli esercizi di livello “facile” sono troppo difficili, provate qui: si tratta di una pagina in cui vengono proposti esercizi di tattica la cui difficoltà aumenta/diminuisce in funzione della vostra abilità…

Strategia

Questo è, semplicemente, un casino: ci sono tonnellate di temi strategici che si possono studiare, ed è semplicemente inconcepibile allenarsi su tutti quanti. Per questo, sostanzialmente, il mio consiglio è di concentrarsi su uno alla volta: coppia di alfieri, pedone di donna isolato, case deboli/forti etc etc. Prendete da un database di partite più partite col tema che vi interessa ed analizzatele una per una nella fase in cui il tema si concretizza, e fatto questo iniziate ad implementarlo nelle vostre partite. In quest’ottica suggerisco partite a tempo lungo (per corrispondenza anche meglio), poiché nelle partite rapide manca il tempo per riflettere su come applicare un concetto che non si è ancora metabolizzato.
Altra cosa essenziale, ovviamente, è l’analisi. Ad esempio se volete studiare i sacrifici di qualità è essenziale partire dalla posizione del sacrificio e vedere come mai, anche a lungo andare, la posizione nostra è buona, cercando numerose varianti sulla scacchiera, chiedendosi come si potrebbe reagire alla migliore mossa dell’avversario. Non basta dire che il sacrificio di qualità va bene perché in questo modo “si aumenta il controllo sulle case chiare”: è essenziale capire, a un livello intuitivo E tramite l’ausilio dell’analisi di varianti concrete, come mai il controllo di quelle case effettivamente vale la nostra torre.
Se siete principianti poi, evitate i temi strategici più incasinati e concentratevi solo su quelli basilari (colonne aperte, case forti, spazio); una volta che avrete assimilato questi ci sarà il tempo per passare a qualcosa di più sofisticato, ma andare a concentrarsi sulla lotta fra alfiere e cavallo senza avere prima assimilato i concetti di base è completamente inutile…

Finali

Quando si ha superato un certo livello di gioco, tipicamente quello in cui si sopravvive almeno il 50%delle volte al mediogioco e il mediogioco non viene deciso da svarioni di vario genere da parte dei due giocatori, bene o male inizia a diventare essenziale lo studio del finale.
Dvoretskij sostiene che ci sono due metodi per migliorare la propria abilità nel finale:
1)Studio delle posizioni teoriche standard
2)Miglioramento della propria tecnica

Ovviamente il miglioramento nell’una porta necessariamente a un miglioramento anche nell’altra, poiché lo studio del finale, in qualsiasi sua forma, ci porta comunque ad acquisire una forma mentis caratteristica che si rivelerà utile in qualsiasi posizione concreta ci troviamo.

Per quel che riguarda il miglioramento della tecnica, anche qui ci sono varie cose che si possono fare:
-Analizzare finali di partite giocati da GM abili in questa fase della partita (di fatto qualunque campione del mondo va bene, ma volendo consiglio in particolare Capablanca, Karpov e Andersson).

-Mentre analizzate un finale, tenete sempre a mente questi temi: gioco lento e tranquillo (senza fretta, si dice), attività del Re, attività dei pezzi, necessità di impedire all’avversario di attuare un piano prima di passare noi a un piano attivo (la profilassi, ovvero mosse giocate per il puro sadico gusto di impedire il controgioco avversario). Ricercando questi temi nelle partite analizzate potrete comprenderli via via più a fondo, e quindi poi applicarli nelle vostre partite.

Calcolo

Generalmente il miglioramento delle capacità di calcolo porta a un miglioramento immediato della forza di gioco; seguono alcuni suggerimenti se siete interessati a migliorare in quest’area…

-Studiare i finali di pedone; incredibile ma vero, dopo un po’ che avrete cercato di analizzare mentalmente una posizione con soli due o tre pedoni sulla scacchiera noterete immediatamente un notevole incremento delle vostre capacità di calcolo. La ragione probabilmente è che questi finali richiedono spesso lunghe passeggiate del Re, e l’essere costretti a muovere mentalmente più volte il solito pezzo aiuta la visualizzazione più di quanto non lo farebbe il passare continuamente da un pezzo all’altro.

-Prendete una partita e passate l’apertura; una volta arrivati dopo le prime 10-15 mosse al primo mediogioco prendete un quaderno e cercate di sviscerare la mentalmente la posizione scrivendo poi tutte le varianti che calcolate, mossa per mossa. Questo, detto per inciso, è una cosa che aiuta molto anche in altri campi, non a caso è uno dei modi principali in cui si allena Caruana.

-Utilizzate le posizioni di passaggio.
Quando ci ritroviamo a calcolare capita spesso che a un certo punto abbiamo esaurito le mosse forzanti e l’avversario abbia a disposizione più di una mossa utile; quando siamo in questa situazione una buona idea è fissare nella mente questa posizione (la posizione di passaggio) in modo che, una volta che avremo esaurito una variante, potremo immediatamente passare a una nuova diramazione senza dover calcolare di nuovo le mosse precedenti.

-Andate piano; spesso se si va troppo veloci finisce che dopo un po’ si fa confusione e si “perde” tutta la variante; meglio invece è andare avanti con calma, una mossa alla volta, in modo da evitare di andare a un certo punto nel pallone e dover ricominciare tutto daccapo. Così facendo il calcolo diverrà più preciso e dopo un po’, man mano che si migliora, verrà anche spontaneo di andare un po’ più rapidi.

-Giocate a scacchi alla cieca; se ne siete capaci provate varianti di apertura inusuali (se le conoscete già a memoria ovviamente non serve a niente) e vedete dove vanno a parare; il motivo per cui aiuta a migliorare le capacità di calcolo ovviamente è che il calcolo è essenzialmente visualizzazione, e gli scacchi alla cieca sono visualizzazione all’ennesima potenza…

Analisi delle proprie partite

Questo forse è il metodo principe per migliorarsi; ci sono molti modi per analizzare le nostre partite, a seconda di quanto tempo ed energie vogliamo investire nel gioco.

-Scrivete tre cose nuove che avete imparato in ogni vostra partita; ci vuole pochissimo, e nel tempo che lo facciamo scopriremo via via cose nuove che prima non sapevamo, cosa che ci permetterà di diventare giocatori migliori dopo ogni singola partita che avremo giocato; insomma, il miglioramento sarà graduale e continuo, e avremo sempre la consapevolezza che ogni singola partita contribuirà a renderci giocatori più forti.

-Di volta in volta, approfondite la teoria dell’apertura che giocate; segnatevi quando è stata giocata la prima mossa che vi ha colto effettivamente di sorpresa e analizzate le posizioni che ne derivano, in modo da ampliare sempre di più la vostra conoscenza -e quindi, soprattutto, la vostra confidenza- con la vostra apertura prediletta

-Non utilizzate motori scacchistici nell’analisi delle vostre partite: lo studio deve essere una cosa che fate voi, deve servire a farvi scoprire cose nuove sul gioco, se lasciate che il computer ragioni al posto vostro difficilmente otterrete qualcosa di buono.

-Capita spesso che gli errori che facciamo siano ricorrenti: calcoliamo troppo poco, ci facciamo sfuggire tatticismi banali, valutiamo male la posizione, etc etc etc; dopo che avrete analizzato un po’ di partite vedrete in quale area fate i principali errori, e così facendo potrete dirigere lo studio proprio verso i punti in cui siete più deboli…

-Nonostante dalle sconfitte notoriamente si impari più che dalle vittorie, analizzate pure quelle: ci saranno senza ombra di dubbio continuazioni migliori che non avete trovato, piani difensivi che il vostro avversario non ha colto e via dicendo; insomma, seguite il consiglio di Kasparov.

Analisi delle partite del Grandi Maestri

Questo è, per così dire l’altro metodo “classico” che viene suggerito per migliorarsi. Personalmente, nonostante sia senza dubbio molto utile, non le la sento di consigliarlo a coloro che non hanno una particolare infarinatura scacchistica, per il semplice fatto che certe mosse rischiano di essere, semplicemente, incomprensibili. Detto questo, comunque è estremamente utile, e ci sono vari modi in cui può essere fatto.

-Giocate le partite mossa per mossa, e dopo ogni singola mossa chiedetevi come mai è stata fatta quella e non un’altra. Ac4? Come mai non Ad3? Cosa cambia fra le due? A cosa serve?

-Come sopra, scrivete dopo ogni partita due cose nuove che avete imparato da essa; può essere un piano che non conoscevate, una manovra di Cavallo che non vi era mai venuta in mente, un piazzamento dei pezzi fuori dall’ordinario, qualsiasi cosa che possiate implementare con successo nelle vostre partite.

-Cercate, in ogni partita, di capire come mai colui che ha perso ha perso; quale è stato l’elemento che ha compromesso la posizione? Quale è stata la mossa che ha iniziato a spingere il malcapitato di turno verso il baratro?

-Andate a circa metà partita, subito dopo l’apertura, e cercate di formulare dei piani per entrambi i giocatori, per poi confrontarlo con quello che è stato effettivamente il corso della partita; facendo costantemente questo esercizio vi ritroverete sempre più a vostro agio nelle posizioni più disparate, per il semplice fatto che sarete abituati a chiedervi come procedere e avrete assimilato via via numerosi schemi di gioco validi che altri hanno sperimentato prima di voi.

Io sostanzialmente faccio una sorta di mix di questi metodi, che sono stati divisi per pura esigenza di esposizione: personalmente mi metto a guardare una partita e la faccio scorrere abbastanza veloce per farmi un’idea dei temi che vengono affrontati, poi esco dall’apertura e cerco di individuare piani per entrambi i colori (e quelli che vedo io spesso e volentieri non rispecchiano le mosse giocate), poi guardo come si evolve la partita andando avanti di volta in volta di 2-3 mosse; così facendo mi rendo conto di cosa stanno cercando di fare i due giocatori, e quando una mossa non mi torna o mi sembra incoerente col piano (mio o quello che mi sembrava stessero perseguendo in partita) mi fermo e cerco di capirne le ragioni; poi vado avanti e magari cerco piani alternativi a quelli giocati, guardo se funzionano e, se funzionano, guardo se non migliori, peggiori o semplicemente diversi (e in quel caso in che modo sono diversi) da quelli giocati in partita; dopo ciò magari scorro di nuovo indietro la partita (la scacchiera di Chessbase Light) rende molto più agevole il compito e mi soffermo a cercare di capire quale è stato l’errore decisivo, se una mossa, un piano o quello che è. Insomma, questo per dire che, bene o male, tutte le cose scritte possono -e devono- essere integrate con le esigenze di noi singoli giocatori e, non ultimo, con ciò che in quel momento ci va più di fare (è pur sempre un gioco eh!).

Per finire, può capitare di essere arrivati in un modo o nell’altro a un livello tale che pare non ci sia più versi di migliorarsi; per coloro che si ritrovano in una situazione del genere consiglio di cambiare metodo di allenamento o concentrarsi su una differente parte del gioco: se siete ferratissimi nelle aperture studiate i finali, se analizzate solo le vostre partite provate a passare più tempo analizzando quelle dei GM e via dicendo… insomma, se siete bloccati, tenete conto che un qualsiasi cambiamento nel modo in cui vi allenate darà risultati positivi.

10 Commenti

  1. Pensieriscacchistici

    Bell’articolo, penso anche io che questo sia il giusto modo per progredire. Tu seguendo queste orme a che livello sei riuscito ad arrivare?

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  2. Mario

    Beh, ti dico subito che io non gioco a scacchi, perché per me la tensione è qualcosa di completamente insopportabile (a metà partita inizio a tremare dappertutto, abbandono a prescindere dalla posizione e ci metto qualche ora a riprendermi) Adesso studio le aperture perché sono interessanti, i finali perché mi piace la scacchiera vuota e il modo di pensare che li caratterizza, le partite dei GM perché sono belle e ogni tanto gli esercizi di tattica perché sono graziosi, ma di fatto mi rifiuto sistematicamente di fare qualche partita per il semplice fatto che finisco per starci fisicamente male.

    L’unica cosa che riesco ogni tanto a fare è una volta ogni qualche mese una partita su scacchisti.it (al momento sono a 1341), ma di fatto a fine partita già mi tremano le braccia quindi lascio perdere… ci sono dei periodi in cui mi viene da pensare che forse potrei ricominciare a giocare, ma basta una partita amichevole a stroncare ogni sorta di temporaneo entusiasmo.

    Io ho iniziato a giocare qualche anno fa, quando ovviamente gli scacchi non mi davano noia; sono partito da sapere solo le regole e dopo circa 5 mesi di studio sono arrivato a giocarmela facilmente con le 1N, ma lì non facevo tornei -nonostante molti mi spingessero a farli- perché prima volevo prima arrivare ad essere sufficientemente competente; poi mi sono iscritto al mio primo torneo e alla prima partita ho avuto il primo attacco d’ansia…

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  3. Pensieriscacchistici

    Bè, si vede che hai talento e che hai imboccato subito la strada giusta per poter competere con giocatori esperti già dopo soli 5 mesi…

    Peccato che non riesci in un certo modo a gestire la tensione, perché saresti di sicuro un buon giocatore, secondo me puoi allenarti per superare questo ostacolo, per imparare a rimanere concentrato e rilassato senza farti prendere troppo dal gioco, ricorda che alla fin fine che tu vinca o perda conta davvero poco, l’importante è ciò che impari da una partita, come saprai di certo meglio di me, e di sicuro c’è sempre qualcosa da imparare che si vinca o si perda.

    So che la tensione delle volte sale, nelle poche partite ufficiali che ho giocato, è capitato anche a me in alcune di queste di essere alquanto nervoso, ma fa parte del gioco, l’importante è non dare troppo peso e ricordarsi sempre che non abbiamo nulla da perdere…

    Se poi preferisci non cimentarti in partite, gli scacchi sono belli comunque perché sono un arte ed una scienza oltre che uno sport della mente e quindi puoi coglierne l’aspetto scientifico-artistico anche privandoti di quello agonistico 😉

    Ciao e buon gioco.

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  4. Kasper

    Bell’articolo davvero, da leggere e rileggere. Volevo chiederti se hai provato a giocare per corrispondenza. Io lo faccio da un pò e devo dire che è divertente e rilassante (e anche la qualità delle partite ne trae giovamento). Ciao!

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  5. Mario

    Ho provato a giocare per un po’ su gameknot, ma per ragioni che non ricordo poi ho smesso; per adesso mi sto limitando a fare un po’ quello che mi va di volta in volta… analisi di partite, finali, aperture più o meno a casaccio, tattica, a seconda di cosa mi va e, non ultimo, dell’umore 🙂

    Il problema dell’allenamento volto al miglioramento comunque è che richiede abnegazione: ti crei un programma e ti concentri su quello, no mattare what. Quando mi sono dedicato agli scacchi lavoravo, avevo lasciato gli studi, e questo lo rendeva l’unica attività mentalmente impegnativa della giornata; adesso non so se riuscirei a sostenere i ritmi di prima, temo sarebbero improponibilmente sfiancanti…

    Ad ogni modo, è opinione comune -e pure io ne sono del tutto convinto- che chiunque, con un allenamento ben fatto, nel giro di meno di un anno possa diventare CM; è per me non era una questione di talento, era una questione che ci stavo quattro ore al giorno tutti i giorni, di cui
    1h la passavo solo a calcolare varianti nei finali
    1h solo a risolvere esercizi di tattica,
    e le altre due erano dedicate sostanzialmente allo studio di partite dei GM che giocavano le mie aperture… [detto per inciso, adesso se dovessi rifarlo probabilmente darei meno importanza alla tattica e al calcolo e passerei più tempo a giocare (anche all’epoca giocavo pochissimo) in modo anche da passare del tempo anche sulle mie partite…]
    Però, comunque, quello che volevo dire era che con un allenamento così serrato è pacifico che migliori in pochissimo tempo, ma già dopo che sei stato a studiare delle ore per l’università non è detto che tu abbia la voglia di rimetterti a spremere il cervello in quel modo…

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  6. Mario

    Ad ogni modo suppongo che negli scacchi, come nella vita, ci siano un po’ tutti i tipi di persone; in questa immensa recita che è la vita, relativamente alla componente scacchistica ormai ho deciso di interpretare il ruolo del topo di biblioteca… lol

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  7. Pensieriscacchistici

    Bene così se continuerai a deliziarci con queste interessanti articoli! 🙂

    I migliori auguri con il nobilgiuoco, in qualunque forma tu voglia trattarlo 😉

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  8. andrea

    grazie ai tuoi consigli ho vinto le provinciali e le regionali di scacchi

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    • Christian

      Sono contentissimo Andrea, complimenti!!!! 🙂 🙂

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  9. QuelloNatoLibero

    Ho provato ad applicare questi metodi nel 2020 e sono tutt’ora validi.
    Grazie sempre utili!!!!

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