La Difesa Tarrasch

Dopo che il Bianco ha fatto la sua prima mossa, qualunque essa sia, il Nero sa già che dovrà fare delle concessioni o, se vogliamo, dovrà “sacrificare” qualcosa. Di solito, quando parliamo di sacrificio, pensiamo sempre ad un sacrificio di materiale come succede, ad esempio nel Gambetto di Budapest: 1. d4 Cf6 2. c4 e5 3. dxe5

Nel quale il Nero cede il pedone e5 per riuscire a sviluppare armoniosamente i suoi pezzi. Tuttavia il Nero può anche cedere qualcosa di diverso. Vediamo alcuni esempi che spiegano che cosa intendo:

cosa intendo:

Difesa Nimzoindiana Var Saemisch:

Gambetto di Donna Rifiutato – Var. Ortodossa:

Difesa Est Indiana – Var Mar del Plata

Nella Difesa Tarrasch il Nero “sacrifica” la struttura dei pedoni accettando un pedone isolato in d5. Dopo aver chiarito questo punto, veniamo all’oggetto del nostro articolo.

Che cos’è la Difesa Terrasch?

La Difesa Tarrasch appartiene alla famiglia delGambetto di Donna Rifiutato. La Tarrasch prevede una formazione pedonale molto flessibile che viene normalmente raggiunta dopo le mosse:

La spinta in c5 del Nero attacca immediatamente il centro e obbliga il Bianco a prendere da subito una decisione. Solitamente il Bianco decide di cambiare il suo pedone c4 con il pedone d5 del Nero dando luogo alla tipica struttura Tarrasch:

Esaminiamo la posizione e vedremo che c’è molta tensione al centro. Il Bianco può catturare in c5 o aspettare. In questo caso è il Nero che può decidere di catturare in d4 o di spingere in c4 ottenendo, in questo caso, una maggioranza di pedoni sull’ala di Donna. Fino a che il centro si mantiene fluido è difficile stabilire un piano di gioco preciso, ecco perché entrambi i colori solitamente preferiscono svilupparsi prima di prendere decisioni al centro.

Chi è Tarrasch?

Secondo Wikipedia Siegbert Tarrasch è stato uno dei più grandi giocatori di scacchi di tutti i tempi. Fu cittadino tedesco, sebbene la sua città natale, Breslavia, si trovi oggi in Polonia.

Vinse il suo primo torneo a Norimberga nel 1883 e divenne ben presto uno dei giocatori più importanti del suo tempo. Non ebbe occasione, tuttavia, di misurarsi con il campione del mondo in carica, Steinitz, in un incontro valido per il titolo mondiale. I motivi di ciò furono identificati, secondo alcuni biografi, nella difficoltà di conciliare la sua professione di medico con una preparazione indispensabile al match con Steinitz. Ciò non di meno, il suo bilancio nelle quattro partite ufficiali di torneo giocate con Steinitz è largamente positivo: Tarrasch colse tre vittorie (la prima nel 1895 al Torneo di Hastings, la seconda l’anno dopo a Norimberga e la terza nel 1898 a Vienna) ed un pareggio (sempre nel torneo di Vienna, dove si giocava con la formula del doppio girone). Intanto, nel 1893 Tarrasch aveva pareggiato (nove vittorie per parte e quattro patte) un combattutissimo match contro il russo Mikhail Chigorin, che aveva giocato due incontri per il titolo mondiale contro Steinitz.

La chance mondiale gli venne concessa solo nel 1908 contro Emanuel Lasker (che nel 1894 aveva strappato il titolo a Steinitz). La sconfitta per 5 a 3 (e otto pareggi) pose fine alle sue velleità di divenire campione del mondo. Disputò complessivamente 744 partite (307 vittorie, 257 patte e 180 sconfitte). La sua importanza scacchistica risiede sia a livello agonistico sia, soprattutto, a livello teorico. Ricordiamo incidentalmente la polemica teorica tra Tarrasch e Aaron Nimzowitsch, fautore quest’ultimo di idee innovative rispetto a quelle classiche di Tarrasch.

Come si Studia la Terrasch?

Studiare la Tarrasch non è difficile perché ci sono poche strutture pedonali che nascono da questa difesa e la maggior parte di queste strutture sono contraddistinte dalla presenza di un pedone isolato. Pertanto la Tarrasch dovrebbe essere studiata dal mediogioco in avanti.
La struttura è la seguente:

In pratica il Nero sviluppa i suoi cavalli nelle case c6 ed f6, gioca l’A in e7 e arrocca corto. L’Alfiere c8, che di solito è la croce del Nero nel Gambetto di Donna, è libero di andare in e6, in f5 oppure in g4 a seconda di come si evolve la situazione. La Tf8 avrà un’ottima casa in e8 da dove premerà sulla colonna “e” semiaperta. In pratica il Nero ottiene fin da subito una posizione aperta e uno sviluppo semplice dei suoi pezzi. In cambio “sacrifica” la struttura dei pedoni accettando un pedone isolato in d5.

Dove posso studiarla? 

Esiste una discreta letteratura su questa variante, soprattutto in lingua inglese Sicuramente è consigliabile il libro di Bruno Arigoni “La difesa Tarrasch” ed. Mursia. Si tratta di un libro non molto corposo ( 136 pagine) suddiviso in parte teorica e parte pratica. Utilissimo per chi vuole cominciare lo studio di questa Difesa senza ricorrere a volumi troppo dettagliati.

Le Mosse

La posizione base della variante si ottiene dopo le mosse:

Si tratta della Variante Rubinstein che è ritenuta l’unica in grado di creare problemi al Nero. Ora, a seconda della prossima mossa scelta dal Bianco, il Nero dovrà impostare il suo controgioco.

9. Ag5

Con questa mossa il Bianco attacca il Cf6 e di conseguenza mette sotto pressione il punto d5. Questa linea e la seguente ( dxc5) sono le più giocate e le più accreditate. Il Nero può decidere di giocare 9.., Ae6, una mossa forse un po’ passiva); può optare  per la spinta in c4 con 9.., c4, che conduce ad un gioco più tagliente oppure per la cattura 9.., cxd4 che forse è la scelta migliore.

9. dxc5

La popolarità di questa mossa è pari a 9. Ag5. Dopo 9. dxc5 una volta si giocava il gambetto 9.., d4 che dava origine a partite violente e interessanti. Tuttavia i bei tempi sono passati e la più prosaica 9.., Axc5 è diventata la risposta più comune. La spinta in d4 resta comunque una possibilità interessante anche senza il bisogno di sacrificare un pedone.

9. b3

La variante del Fianchetto ha avuto una discreta popolarità fino a che Kasparov ha preso in mano le redini della posizione nera. La moderna teoria sta lentamente relegando questa mossa ad una funzione marginale.

9. Ae3

L’idea base è quella di aumentare la pressione sul pedone c5. Il Nero può reagire portando o il Cavallo o l’Alfiere in g4.

9. Af4

Una mossa di sviluppo senza grandi pretese. Il nero deve solo decidere dove sviluppare l’Ac8, che può andare in g4 o in f5, e poi portare le Torri in c8 e in e8. Deve inoltre tenere sempre d’occhio la possibilità di giocare Ce4 o Da5.

Perché studiare la difesa Tarrasch

I motivi sono tanti. Innanzitutto perché mostra l’efficacia di uno sviluppo veloce dei pezzi. In secondo luogo perché genera strutture pedonali diverse fra di loro e che possono essere studiate a fondo. Questo contribuisce alla crescita di uno scacchista al di là della sua categoria. In terzo luogo si può rientrare nella Difesa Tarrasch anche da aperture. E’ importante, infine, saper giocare le posizioni aperte perché tutte le posizioni chiuse possono diventare mentre non è vero il contrario.

Un consiglio per poter studiare quest’apertura?  La cosa migliore è sicuramente di cominciare a giocarla e, contemporaneamente, raccogliere alcune partite modello.

4 Commenti

  1. Barone

    Solo un paio di informazioni, per chi capisce abbastanza bene l’inglese.

    – A questo indirizzo la video cronaca in diretta dell’incontro per il titolo di Campione del Mondo, fra Anand e Gelfand, dalle 13:00 in poi:
    http://moscow2012.fide.com/en/

    – Qui invece il campionato degli Stati Uniti (individuale e femminile), con Nakamura, Camsky, Seirawan, Kaidanov, Onischuk, Robson, Hess, Shulman, Lenderman, Stripunsky, Akobian e Ramirez, dalle 20:00 in poi:
    http://www.livestream.com/uschess

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  2. Christian

    Sempre di grande aiuto il tuo contributo Barone! Grazie! 😉

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  3. Mario Pistone

    bel video Christian, ma quando diventi Mf o Mi? dai su…. ti manca poco Mario

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    • Christian

      Eheh Mario… credo mai!! 😀 Purtroppo non ho neanche più il tempo di studiare come una volta, altrimenti avrei ambito alla nomina di CM ma…la vedo dura! 😀

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